Domenica 15 agosto 2010. Ferragosto! Programma della giornata: relax totale tra spiaggia e piscina...ideale vero? Peccato che al risveglio ci troviamo sotto un allegro temporale estivo (niente di esageratamente violento, ma fastidioso). Durante una colazione a base di succo di frutta e un’ottima baguette calda con burro (da non perdere!) decidiamo, scrutando il cielo, di spostarci verso est dove sembra che il sole splenda in barba alla pioggia sul campeggio. Decidiamo quindi di dirigerci verso Aigues-Mortes. Attraversiamo una serie di cittadine incastonate tra gli stagni abitati da fenicotteri rosa (che dopo vari tentativi riusciamo a immortalare) attrazione della zona, insieme a tori e cavalli. Giunti alla città ci accolgono un gran traffico e le imponenti mura della città. Con qualche difficoltà riusciamo a trovare un comodo parcheggio (neanche eccessivamente caro) proprio di fronte a una delle porte della città vecchia. All’interno delle mura è racchiusa una città che sembra rimasta nel medioevo. L’impressione, muovendo i primi passi nell’intrico di viette è che da dietro l’angolo appaia un cavaliere o un trovatore che allieti qualche dama, ma quello che ci aspetta è un vero inferno turistico! Un mare di turisti da tutto il mondo, negozi con ogni tipo di souvenir (tra i quali spiccano i salami di toro, il sale, le famose erbe provenzali e ogni sorta di oggettistica in ceramica correlata alla regione) e ristoranti. Al di fuori dell’alta stagione questa città deve essere incantevole! Ancora una volta ci affidiamo pieni di fiducia alla nostra fida guida turistica per la scelta del ristorante. Optiamo per L’Escale, situato appena fuori dalle mura (nei pressi dell’ingresso più vicino alla Torre di Costanza) quello che ci convince sono i prezzi: il menu di cozze a 11,00 euro comprende una ciotola piena di cozze alla marinara (stufate con cipolla tagliata grossa, vino bianco e, nell’originale versione di questo ristorante, un’abbondante manciata di erbe provenzali), le immancabili “frites” per accompagnare le cozze, un’insalata verde già condita con una salsa a base di senape e il dolce (in questo caso la scelta è stato un altro classico francese: una île flottante). Dopo il lauto pasto, dato il migliorare del tempo, decidiamo di passare il pomeriggio nella piscina del campeggio, come da programma originale. A oltre un mese di distanza ancora soffriamo quando il pensiero corre alla pizza che abbiamo mangiato la sera (avendo perso l’opportunità di prenotare per la serata “cozze a volontà”), per cui stendiamo un pietoso velo.
Diario multilingue di viaggi e altri interessi - Wielojęzyczny dziennik podróży i innych zainteresowań
sabato 25 settembre 2010
giovedì 2 settembre 2010
Estate 2010: Bas Languedoc – Cataluña – Andorra
Sabato 14 agosto 2010, alla fine giunge il momento della partenza: la prima tappa del viaggio è un bel camping che abbiamo trovato cercando su internet qualche settimana prima di partire (Le Tamaris a Frontignan). Primo cambio al programma: decidiamo di non partire all’alba (il tragitto da percorrere non è molto lungo – circa 6 ore e mezza di auto). Partiamo alle 07:15 del mattino pronti ad arrivare entro le 14:00…arriveremo al camping intorno alle 18:00, appena in tempo per occupare l’ultima piazzola libera (arrivando circa 10 minuti prima di una simpatica famigliola tedesca).
Ancora una volta abbiamo caricato il Furetto come un mulo (tavolino da pic-nic, tenda, materassi gonfiabili, barbecue, compressore e zaino con vestiti).
La parte italiana del viaggio è stata caratterizzata da violenti temporali (nei pressi di Ovada più un diluvio che un temporale), ma nonostante ciò la tabella di marcia non è ancora stravolta (arriviamo al primo squarcio di sole appena dopo Nizza e Silvia – il navigatore preso nuovamente in prestito da mamma Fernanda – ci comunica solo una mezz’ora di ritardo). Con i primi caselli francesi iniziano i veri problemi (le corsie per i caselli vengono segnalate solo negli ultimi metri e i francesi hanno la brutta abitudine di cambiare all’improvviso corsia lanciandosi addosso ai Furetti ignari). A botte di “bouchon”, culminando coi 15 km di coda nei pressi di Marsiglia, riusciamo ad accumulare ben 5 ore di ritardo.
Arrivati al camping non ci facciamo scoraggiare dal cartello COMPLETO e chiediamo se per puro caso c’è la possibilità di mettere una tenda in qualsiasi posto…per fortuna alla simpatica signora del campeggio viene in mente di far spostare l’auto del vicino allevatore di pony/noleggiatore di quad in modo da permetterci di montare la tenda tra il Furetto e una ruspa utilizzata per la manutenzione del camping.
A cena ci fermiamo al ristorante del camping (con forno a legna e pizzaiolo italiano…peccato che la pizza – provata la domenica sera – si rivelerà comunque fin troppo francese) proviamo un’ottima bottiglia di rosato locale con cui bagniamo una mediocre razione di calamari in pastella e delle ottime cozze alla marinara con patatine fritte (le classiche “moules et frites”). Cozze freschissime (negli stagni e nelle lagune dei dintorni vengono allevate cozze e altri frutti di mare: l’allevamento più vicino è a meno di un kilometro). Soddisfatti e stanchi dal viaggio andiamo a dormire pregustandoci la giornata di mare programmata per domenica (e sperando che il forte vento spazzi le nuvole che sopraggiungono dall’entroterra).
Ancora una volta abbiamo caricato il Furetto come un mulo (tavolino da pic-nic, tenda, materassi gonfiabili, barbecue, compressore e zaino con vestiti).
La parte italiana del viaggio è stata caratterizzata da violenti temporali (nei pressi di Ovada più un diluvio che un temporale), ma nonostante ciò la tabella di marcia non è ancora stravolta (arriviamo al primo squarcio di sole appena dopo Nizza e Silvia – il navigatore preso nuovamente in prestito da mamma Fernanda – ci comunica solo una mezz’ora di ritardo). Con i primi caselli francesi iniziano i veri problemi (le corsie per i caselli vengono segnalate solo negli ultimi metri e i francesi hanno la brutta abitudine di cambiare all’improvviso corsia lanciandosi addosso ai Furetti ignari). A botte di “bouchon”, culminando coi 15 km di coda nei pressi di Marsiglia, riusciamo ad accumulare ben 5 ore di ritardo.
Arrivati al camping non ci facciamo scoraggiare dal cartello COMPLETO e chiediamo se per puro caso c’è la possibilità di mettere una tenda in qualsiasi posto…per fortuna alla simpatica signora del campeggio viene in mente di far spostare l’auto del vicino allevatore di pony/noleggiatore di quad in modo da permetterci di montare la tenda tra il Furetto e una ruspa utilizzata per la manutenzione del camping.
A cena ci fermiamo al ristorante del camping (con forno a legna e pizzaiolo italiano…peccato che la pizza – provata la domenica sera – si rivelerà comunque fin troppo francese) proviamo un’ottima bottiglia di rosato locale con cui bagniamo una mediocre razione di calamari in pastella e delle ottime cozze alla marinara con patatine fritte (le classiche “moules et frites”). Cozze freschissime (negli stagni e nelle lagune dei dintorni vengono allevate cozze e altri frutti di mare: l’allevamento più vicino è a meno di un kilometro). Soddisfatti e stanchi dal viaggio andiamo a dormire pregustandoci la giornata di mare programmata per domenica (e sperando che il forte vento spazzi le nuvole che sopraggiungono dall’entroterra).
venerdì 13 agosto 2010
Bas Languedoc – Cataluña – Andorra: preparativi
Domani (all’alba) ci dirigeremo verso due settimane di vacanze e relax. Come per ogni viaggio l’organizzazione è stata particolarmente laboriosa, l’unico punto fermo è stato: andiamo in campeggio! Sì, ma dove? In caso di dubbio per Marcello non c’è che una destinazione: Spagna (preferibilmente Andalucia, poi se si riesce a restare in Provincia di Granada, anzi meglio ancora a Granada Capital, in effetti c’è un hostal cerca de San Juan de Dios… scusate la digressione).
In fondo Małgorzata della Spagna ha visto solo Granada (chissà come mai…), Perciò si è deciso per una destinazione differente: Barcelona! Città stupenda, ma già visitata da Marcello. Per cui abbiamo introdotto due varianti: una prima tappa a metà strada (giusto per non viaggiare il giorno di Ferragosto ci fermeremo due notti in Francia da qualche parte nei dintorni di Montpellier, a seconda di dove troveremo posto) e una scappata ad Andorra La Vella, capitale del Principato di Andorra (magari tappa più sostanziosa – 3 o 4 notti – del viaggio di ritorno).
Vi chiederete come mai abbiamo scelto di visitare Andorra, semplice: perché non conosciamo nessuno che ci sia stato.
Affronteremo col fido Furetto anche questi 2.200 km circa, più varie escursioni e gite che faremo.
Per il momento non siamo ancora in grado di postare direttamente durante il viaggio, per cui ci siamo premuniti di un sano e vecchio blocco per gli appunti, su cui segneremo in modo più tradizionale gli avvenimenti principali da raccontarvi.
E ora ci dedichiamo agli ultimissimi preparativi, in particolare alla preparazione dei dischi di musica per il viaggio.
In fondo Małgorzata della Spagna ha visto solo Granada (chissà come mai…), Perciò si è deciso per una destinazione differente: Barcelona! Città stupenda, ma già visitata da Marcello. Per cui abbiamo introdotto due varianti: una prima tappa a metà strada (giusto per non viaggiare il giorno di Ferragosto ci fermeremo due notti in Francia da qualche parte nei dintorni di Montpellier, a seconda di dove troveremo posto) e una scappata ad Andorra La Vella, capitale del Principato di Andorra (magari tappa più sostanziosa – 3 o 4 notti – del viaggio di ritorno).
Vi chiederete come mai abbiamo scelto di visitare Andorra, semplice: perché non conosciamo nessuno che ci sia stato.
Affronteremo col fido Furetto anche questi 2.200 km circa, più varie escursioni e gite che faremo.
Per il momento non siamo ancora in grado di postare direttamente durante il viaggio, per cui ci siamo premuniti di un sano e vecchio blocco per gli appunti, su cui segneremo in modo più tradizionale gli avvenimenti principali da raccontarvi.
E ora ci dedichiamo agli ultimissimi preparativi, in particolare alla preparazione dei dischi di musica per il viaggio.
giovedì 12 agosto 2010
Pays de Neuchatel - WMOC 2010 (3)
Il sabato inizia presto, shock dovuto alle condizioni dei bagni (specialmente quelli degli uomini: numericamente insufficienti per le dimensioni del camping e in condizioni non eccellenti anche se non sporchi). Dopo la toletta mattutina partiamo alla volta di La Chaux-de-Fonds, dove si tiene la prima prova del WMOC 2010 (Sprint Qualification).
La strada da Colombier a La Chaux-de-Fonds è una statale, la n. 20, a scorrimento veloce abbastanza anonima da percorrere: unico punto di interesse il borgo di Valangin di cui si scorge in velocità il castello in pietra grigia che sembra uscito da una fiaba (anche in questo caso, dato il poco tempo a nostra disposizione, non possiamo far altro che appuntarci il nome del luogo e riprometterci di tornare a visitarlo).
Arriviamo all’Event Center dove abbiamo appuntamento con i genitori di Małgorzata e incontriamo alcuni amici di famiglia che partecipano alle gare. Partiamo quindi con i nostri corridori per un giro di perlustrazione al fine di individuare alcune lanterne e scovare eventuali differenze nella predisposizione delle mappe svizzere rispetto a quelle polacche. In questo modo iniziamo a visitare la città natale di Le Corbusier, una delle più alte città della Svizzera e, a nostro avviso, una delle meno interessanti da visitare.
A parte l’allegra atmosfera che si respira grazie agli orientisti, la città sembra morta.
Facendo la spesa in un supermercato scopriamo (grazie alla Brioche del 1° agosto) che il giorno seguente sarà la festa nazionale della Svizzera (consultiamo freneticamente la nostra guida, ma non otteniamo ulteriori informazioni: il 1° agosto è festa nazionale…punto e basta, mentre il sito dell’ente del turismo svizzero – www.myswitzerland.com – fornisce maggiori dettagli storici sul perché questa data sia festeggiata con fuochi d’artificio, canti e falò). Ci dirigiamo verso la zona dei musei per visitare il Museo Internazionale di Orologeria (altra attività tipica del cantone: qui infatti hanno sede le principali aziende del settore…ovviamente la marca che notiamo di più, anche se più legata a Ginevra, è la Patek Philippe, società di origini polacche). Con il museo e il gigantesco carillon futuristico alle sue spalle esauriamo sostanzialmente la visita turistica e ci concentriamo sullo svolgimento della gara. Abbiamo giusto il tempo di mangiare un boccone e bere l’ottima bière blanche artigianale del pub La Fontaine (consigliato decisamente più per le birre artigianali non pastorizzate che per il cibo) prima di concludere la serata con la parata delle nazioni (a cui partecipiamo sotto l’egida della Polonia…alla partenza del corteo, dietro il povero bimbo con la scritta ITALIE non c’era nessuno). Festa di apertura dei mondiali e relativi fuochi di artificio ce li siamo goduti cercando inutilmente di uscire dalla città col supporto di Silvia (il navigatore satellitare preso in prestito dalla mamma italiana) messa in crisi dalle deviazioni dovute alla manifestazione sportiva.
In qualche modo riusciamo a uscire da La Chaux-de-Fonds e a raggiungere il campeggio (sempre troppo tardi per portare dentro la macchina). Però a causa dei festeggiamenti, che nel camping si svolgono con musica e balli fino a tarda notte, risulta più difficile addormentarsi.
Ma la domenica, ultimo giorno del viaggio e giornata di festa nazionale, inizia presto...Smontiamo in un attimo la tenda, togliamo velocemente la condensa con della carta assorbente e la ripieghiamo (mentre scriviamo è stesa nel salotto di casa – ne occupa circa un terzo – a prendere un po’ di aria mentre noi speriamo vivamente che non abbia sviluppato muffe…), carichiamo i bagagli sul Furetto e via di nuovo verso l’appartamento dei genitori lungo la statale 10 (che apprezziamo ancora di più senza il viaggio da Milano sulle spalle) per fare colazione tutti insieme con la Brioche del 1° agosto (corredata dell’immancabile bandierina nazionale come decorazione…non crediamo di aver mai visto nazioni con un così alto numero di bandiere nazionali esposte con orgoglio in ogni dove, dagli abiti ai balconi).
Ci dirigiamo quindi a Neuchâtel. Marcello aveva già avuto occasione di visitare questa città circa una ventina di anni fa (viaggio in Loira e Alsazia al seguito della mamma sulla mitica Uno 1.0 Fire rossa che decide di perdere la marmitta durante il viaggio di ritorno proprio da queste parti– ricordi principali: le due scoppole prese dal meccanico e dall’hotel sul lago dove ci siamo dovuti fermare una notte).
Neuchâtel conferma i ricordi: città ricca, cara come il fuoco e splendida. Ogni piazza è caratterizzata da una fontana (e come dice giustamente il padre di Małgorzata: sotto ogni fontana c’è almeno una lanterna). Il centro storico medievale è molto bello, purtroppo abbiamo solo il tempo di fare un veloce giro (schivando i corridori che si fiondano a “punzonare”) mangiare un boccone e tornare allo start vicino il lungo lago, dove ci aspettano i genitori di Małgorzata con i loro amici. Salutiamo e intorno alle 16:30 imbocchiamo l’autostrada diretti in Italia…ma cambiando itinerario.
Decidiamo di passare dal tunnel del Gran San Bernardo nella pia illusione di trovare meno cantieri autostradali. Invece oltre ai lavori il viaggio di ritorno si caratterizza anche per una serie di violenti temporali (scopriamo dalla radio che poco dopo il nostro passaggio l’autostrada che percorriamo è stata chiusa all’altezza di Losanna a causa del nubifragio). Anche in questo caso la tentazione di deviare dall’itinerario per visitare qualcuna delle città che incrociamo è forte: Losanna (dallo svincolo autostradale che dalla 1 immette sulla 9 si può godere di una splendida vista della città e del lago dall’alto) e Martigny (con le sue rovine romane, il museo dei cani San Bernardo e il relativo canile) soprattutto.
Passiamo il confine (non senza farci mancare un bel senso unico alternato dietro un trattore sulla statale che porta al tunnel) e la tentazione si fa ancora più forte quando incrociamo la Sagra del Jambon alla griglia (ma non è sicuramente aria dati i temporali che pare ci seguano da Losanna). Infine cediamo quando incrociamo Etroubles, uno dei due “Borghi più belli d’Italia” (www.borghitalia.it) presenti in Valle d’Aosta (l’altro è Bard che incrociamo più tardi e il cui Forte non passa certo inosservato pur percorrendo l’autostrada oramai nel bel mezzo del temporale). Entriamo in una simpatica trattoria (Le Vieux Bourg) a mangiare un boccone (mocetta con castagne e polenta concia) e mentre paghiamo il conto (per niente salato data anche la quantità di cibo servita e la mezza bottiglia di ottimo Torrette che ci siamo bevuti) il temporale ci raggiunge (ovviamente gli impermeabili sono rigorosamente in macchina).
Il viaggio si conclude col rientro del Furetto in garage intorno alle 23:30.
La strada da Colombier a La Chaux-de-Fonds è una statale, la n. 20, a scorrimento veloce abbastanza anonima da percorrere: unico punto di interesse il borgo di Valangin di cui si scorge in velocità il castello in pietra grigia che sembra uscito da una fiaba (anche in questo caso, dato il poco tempo a nostra disposizione, non possiamo far altro che appuntarci il nome del luogo e riprometterci di tornare a visitarlo).
Arriviamo all’Event Center dove abbiamo appuntamento con i genitori di Małgorzata e incontriamo alcuni amici di famiglia che partecipano alle gare. Partiamo quindi con i nostri corridori per un giro di perlustrazione al fine di individuare alcune lanterne e scovare eventuali differenze nella predisposizione delle mappe svizzere rispetto a quelle polacche. In questo modo iniziamo a visitare la città natale di Le Corbusier, una delle più alte città della Svizzera e, a nostro avviso, una delle meno interessanti da visitare.
A parte l’allegra atmosfera che si respira grazie agli orientisti, la città sembra morta.
Facendo la spesa in un supermercato scopriamo (grazie alla Brioche del 1° agosto) che il giorno seguente sarà la festa nazionale della Svizzera (consultiamo freneticamente la nostra guida, ma non otteniamo ulteriori informazioni: il 1° agosto è festa nazionale…punto e basta, mentre il sito dell’ente del turismo svizzero – www.myswitzerland.com – fornisce maggiori dettagli storici sul perché questa data sia festeggiata con fuochi d’artificio, canti e falò). Ci dirigiamo verso la zona dei musei per visitare il Museo Internazionale di Orologeria (altra attività tipica del cantone: qui infatti hanno sede le principali aziende del settore…ovviamente la marca che notiamo di più, anche se più legata a Ginevra, è la Patek Philippe, società di origini polacche). Con il museo e il gigantesco carillon futuristico alle sue spalle esauriamo sostanzialmente la visita turistica e ci concentriamo sullo svolgimento della gara. Abbiamo giusto il tempo di mangiare un boccone e bere l’ottima bière blanche artigianale del pub La Fontaine (consigliato decisamente più per le birre artigianali non pastorizzate che per il cibo) prima di concludere la serata con la parata delle nazioni (a cui partecipiamo sotto l’egida della Polonia…alla partenza del corteo, dietro il povero bimbo con la scritta ITALIE non c’era nessuno). Festa di apertura dei mondiali e relativi fuochi di artificio ce li siamo goduti cercando inutilmente di uscire dalla città col supporto di Silvia (il navigatore satellitare preso in prestito dalla mamma italiana) messa in crisi dalle deviazioni dovute alla manifestazione sportiva.
In qualche modo riusciamo a uscire da La Chaux-de-Fonds e a raggiungere il campeggio (sempre troppo tardi per portare dentro la macchina). Però a causa dei festeggiamenti, che nel camping si svolgono con musica e balli fino a tarda notte, risulta più difficile addormentarsi.
Ma la domenica, ultimo giorno del viaggio e giornata di festa nazionale, inizia presto...Smontiamo in un attimo la tenda, togliamo velocemente la condensa con della carta assorbente e la ripieghiamo (mentre scriviamo è stesa nel salotto di casa – ne occupa circa un terzo – a prendere un po’ di aria mentre noi speriamo vivamente che non abbia sviluppato muffe…), carichiamo i bagagli sul Furetto e via di nuovo verso l’appartamento dei genitori lungo la statale 10 (che apprezziamo ancora di più senza il viaggio da Milano sulle spalle) per fare colazione tutti insieme con la Brioche del 1° agosto (corredata dell’immancabile bandierina nazionale come decorazione…non crediamo di aver mai visto nazioni con un così alto numero di bandiere nazionali esposte con orgoglio in ogni dove, dagli abiti ai balconi).
Ci dirigiamo quindi a Neuchâtel. Marcello aveva già avuto occasione di visitare questa città circa una ventina di anni fa (viaggio in Loira e Alsazia al seguito della mamma sulla mitica Uno 1.0 Fire rossa che decide di perdere la marmitta durante il viaggio di ritorno proprio da queste parti– ricordi principali: le due scoppole prese dal meccanico e dall’hotel sul lago dove ci siamo dovuti fermare una notte).
Neuchâtel conferma i ricordi: città ricca, cara come il fuoco e splendida. Ogni piazza è caratterizzata da una fontana (e come dice giustamente il padre di Małgorzata: sotto ogni fontana c’è almeno una lanterna). Il centro storico medievale è molto bello, purtroppo abbiamo solo il tempo di fare un veloce giro (schivando i corridori che si fiondano a “punzonare”) mangiare un boccone e tornare allo start vicino il lungo lago, dove ci aspettano i genitori di Małgorzata con i loro amici. Salutiamo e intorno alle 16:30 imbocchiamo l’autostrada diretti in Italia…ma cambiando itinerario.
Decidiamo di passare dal tunnel del Gran San Bernardo nella pia illusione di trovare meno cantieri autostradali. Invece oltre ai lavori il viaggio di ritorno si caratterizza anche per una serie di violenti temporali (scopriamo dalla radio che poco dopo il nostro passaggio l’autostrada che percorriamo è stata chiusa all’altezza di Losanna a causa del nubifragio). Anche in questo caso la tentazione di deviare dall’itinerario per visitare qualcuna delle città che incrociamo è forte: Losanna (dallo svincolo autostradale che dalla 1 immette sulla 9 si può godere di una splendida vista della città e del lago dall’alto) e Martigny (con le sue rovine romane, il museo dei cani San Bernardo e il relativo canile) soprattutto.
Passiamo il confine (non senza farci mancare un bel senso unico alternato dietro un trattore sulla statale che porta al tunnel) e la tentazione si fa ancora più forte quando incrociamo la Sagra del Jambon alla griglia (ma non è sicuramente aria dati i temporali che pare ci seguano da Losanna). Infine cediamo quando incrociamo Etroubles, uno dei due “Borghi più belli d’Italia” (www.borghitalia.it) presenti in Valle d’Aosta (l’altro è Bard che incrociamo più tardi e il cui Forte non passa certo inosservato pur percorrendo l’autostrada oramai nel bel mezzo del temporale). Entriamo in una simpatica trattoria (Le Vieux Bourg) a mangiare un boccone (mocetta con castagne e polenta concia) e mentre paghiamo il conto (per niente salato data anche la quantità di cibo servita e la mezza bottiglia di ottimo Torrette che ci siamo bevuti) il temporale ci raggiunge (ovviamente gli impermeabili sono rigorosamente in macchina).
Il viaggio si conclude col rientro del Furetto in garage intorno alle 23:30.
lunedì 9 agosto 2010
Pays de Neuchatel - WMOC 2010 (2)
Operiamo una piccola magia e trasformiamo il Furetto in un mulo che egregiamente, nonostante il carico (solo la tenda pesa intorno ai 14 kg), affronta la Milano – Como, arriva al tunnel del San Gottardo (3 km di coda…non possiamo lamentarci) e ci porta a Colombier senza perdere un colpo.
389 km di autostrade, per la maggior parte con lavori in corso (chi ha detto agli Svizzeri che ridurre drasticamente la carreggiata di una sola corsia è una buona idea in presenza di cantieri autostradali?), percorsi in circa 6 ore e mezza.
Troviamo senza difficoltà il campeggio prescelto (Camping Paradis Plage) e ci rendiamo conto della posizione strategica in cui si trova: praticamente a lato dello snodo viario che porta a tutte le città e i paesini che visiteremo. Veniamo accolti da una simpatica signora che ci annuncia (in italiano) che per le due notti che ci interessano hanno a disposizione solo una piazzola, ce la mostra e decidiamo senza indugio che è perfetta per la nostra tenda: ampia, racchiusa tra due alberi e coperta di erba e sassi. Paghiamo e chiediamo se è possibile lasciare la macchina affianco alla tenda, la risposta è laconica “sì, se ci stà”.
Iniziamo a montare la tenda e ci rendiamo conto del nostro errore di valutazione: nello spazio a nostra disposizione avevamo incluso anche la piazzola adiacente (grande quasi il doppio della nostra). Con un po’ di fatica facciamo stare la tenda all’interno dei confini della piazzola e degli alberelli presenti (date le previsioni di possibili temporali nel week end alcuni tiranti li picchettiamo sfacciatamente “oltre confine”).
Appena terminata l’installazione della nostra tensostruttura, arrivano gli assegnatari delle piazzole adiacenti: due Punto con targa italiana (o finisce tutto a tarallucci e vino o ci aspetta una scornata epica!). Scopriamo poi che l’equipaggio delle Punto (circa 7-8 persone) sono concorrenti Finlandesi del WMOC 2010 che hanno affrontato, come molti altri, il viaggio fino in Italia con voli low cost e da lì si sono spostati in Svizzera affittando le auto. Il senso civico, il fair play e la riservatezza tipica dei finlandesi ci hanno permesso di non dover rimontare la tenda in un altro verso! Partiamo sereni alla volta dell’appartamento affittato dai genitori di Małgorzata e dai loro amici.
Stupendo!
La Val-de-Travers è incantevole: una strada ampia e ben tenuta (sarebbe l’ideale da percorrere in moto) lungo cui si alternano paesini e boschi…ogni curva e ogni minimo spazio leggermente più aperto regalano a chi passa lungo questa strada (la statale n. 10) un susseguirsi di paesaggi mozzafiato e gruppi di mucche col classico campanaccio. Appena superato lo svincolo per Noiraigue sbuca da dietro alcuni alberi il Creux de Van (vorremmo affrontare la camminata che porta fin là dal paese, abbiamo anche portato con noi le scarpe da trekking, ma il tempo è tiranno e preferiamo rimandare a un’altra volta). Altre caratteristiche importanti della valle dal punto di vista turistico sono: l’asfalto (qui è possibile visitare le miniere di asfalto e gustare il maiale arrostito nell’asfalto) e l’assenzio che fu distillato per la prima volta proprio da queste parti.
389 km di autostrade, per la maggior parte con lavori in corso (chi ha detto agli Svizzeri che ridurre drasticamente la carreggiata di una sola corsia è una buona idea in presenza di cantieri autostradali?), percorsi in circa 6 ore e mezza.
Troviamo senza difficoltà il campeggio prescelto (Camping Paradis Plage) e ci rendiamo conto della posizione strategica in cui si trova: praticamente a lato dello snodo viario che porta a tutte le città e i paesini che visiteremo. Veniamo accolti da una simpatica signora che ci annuncia (in italiano) che per le due notti che ci interessano hanno a disposizione solo una piazzola, ce la mostra e decidiamo senza indugio che è perfetta per la nostra tenda: ampia, racchiusa tra due alberi e coperta di erba e sassi. Paghiamo e chiediamo se è possibile lasciare la macchina affianco alla tenda, la risposta è laconica “sì, se ci stà”.
Iniziamo a montare la tenda e ci rendiamo conto del nostro errore di valutazione: nello spazio a nostra disposizione avevamo incluso anche la piazzola adiacente (grande quasi il doppio della nostra). Con un po’ di fatica facciamo stare la tenda all’interno dei confini della piazzola e degli alberelli presenti (date le previsioni di possibili temporali nel week end alcuni tiranti li picchettiamo sfacciatamente “oltre confine”).
Appena terminata l’installazione della nostra tensostruttura, arrivano gli assegnatari delle piazzole adiacenti: due Punto con targa italiana (o finisce tutto a tarallucci e vino o ci aspetta una scornata epica!). Scopriamo poi che l’equipaggio delle Punto (circa 7-8 persone) sono concorrenti Finlandesi del WMOC 2010 che hanno affrontato, come molti altri, il viaggio fino in Italia con voli low cost e da lì si sono spostati in Svizzera affittando le auto. Il senso civico, il fair play e la riservatezza tipica dei finlandesi ci hanno permesso di non dover rimontare la tenda in un altro verso! Partiamo sereni alla volta dell’appartamento affittato dai genitori di Małgorzata e dai loro amici.
Stupendo!
La Val-de-Travers è incantevole: una strada ampia e ben tenuta (sarebbe l’ideale da percorrere in moto) lungo cui si alternano paesini e boschi…ogni curva e ogni minimo spazio leggermente più aperto regalano a chi passa lungo questa strada (la statale n. 10) un susseguirsi di paesaggi mozzafiato e gruppi di mucche col classico campanaccio. Appena superato lo svincolo per Noiraigue sbuca da dietro alcuni alberi il Creux de Van (vorremmo affrontare la camminata che porta fin là dal paese, abbiamo anche portato con noi le scarpe da trekking, ma il tempo è tiranno e preferiamo rimandare a un’altra volta). Altre caratteristiche importanti della valle dal punto di vista turistico sono: l’asfalto (qui è possibile visitare le miniere di asfalto e gustare il maiale arrostito nell’asfalto) e l’assenzio che fu distillato per la prima volta proprio da queste parti.
giovedì 5 agosto 2010
Pays de Neuchatel - WMOC 2010 (1)
Approfittando di un evento sportivo di risonanza mondiale (il World Masters Orienteering Championship 2010) e del fatto che i genitori di Małgorzata fossero per l’occasione a meno di 1.500 km di distanza, abbiamo pensato bene di raggiungerli per passare un paio di giorni insieme.
L’occasione è anche stata propizia per un test generale della super-mega-tenda che ci siamo regalati lo scorso Natale e che da quest’anno in poi costituirà il nostro principale alloggio durante le vacanze (almeno per quelle estive!).
Frenetici i preparativi dei giorni immediatamente precedenti: non tanto per il vestiario (due paia di pantaloni, qualche maglietta a testa e un paio di ricambi sono stati più che sufficienti - adoriamo il clima informale delle gare di orienteering!!) quanto per tutta l’attrezzatura da campeggio e le cose da portare ai genitori (sia per la sopravvivenza in Svizzera – vino, pasta, sughi pronti – sia le cose da riportare in Polonia approfittando del fatto che anche loro fossero in viaggio in auto e non in aereo). Dopo aver verificato che i sacchi a pelo avrebbero retto temperature intorno allo 0°C (“…amore, ma è vero che il campeggio più vicino ai tuoi è in un bosco in una valle alpina intorno ai 1.000 metri di altitudine?” “Sì” “potrebbe far freschetto di notte…” “…” “…” “E se andassimo nel campeggio sul lago?”) ed essere stati benedetti dalla consegna della parmigiana di melanzane per i panini durante il viaggio d’andata (svelando in questo modo le origini meridionali della metà italiana della coppia) decidiamo di essere pronti a partire. Ovviamente, scopriremo più tardi, di aver fatto la più classica delle dimenticanze – lo spazzolino da denti di Marcello è rimasto a Milano!
L’occasione è anche stata propizia per un test generale della super-mega-tenda che ci siamo regalati lo scorso Natale e che da quest’anno in poi costituirà il nostro principale alloggio durante le vacanze (almeno per quelle estive!).
Frenetici i preparativi dei giorni immediatamente precedenti: non tanto per il vestiario (due paia di pantaloni, qualche maglietta a testa e un paio di ricambi sono stati più che sufficienti - adoriamo il clima informale delle gare di orienteering!!) quanto per tutta l’attrezzatura da campeggio e le cose da portare ai genitori (sia per la sopravvivenza in Svizzera – vino, pasta, sughi pronti – sia le cose da riportare in Polonia approfittando del fatto che anche loro fossero in viaggio in auto e non in aereo). Dopo aver verificato che i sacchi a pelo avrebbero retto temperature intorno allo 0°C (“…amore, ma è vero che il campeggio più vicino ai tuoi è in un bosco in una valle alpina intorno ai 1.000 metri di altitudine?” “Sì” “potrebbe far freschetto di notte…” “…” “…” “E se andassimo nel campeggio sul lago?”) ed essere stati benedetti dalla consegna della parmigiana di melanzane per i panini durante il viaggio d’andata (svelando in questo modo le origini meridionali della metà italiana della coppia) decidiamo di essere pronti a partire. Ovviamente, scopriremo più tardi, di aver fatto la più classica delle dimenticanze – lo spazzolino da denti di Marcello è rimasto a Milano!
Benvenuti! / Witamy!
Abbiamo deciso di iniziare questo diario multilingue (tenuto principalmente in italiano e polacco, ma con qualche sintetica incursione in spagnolo) a quattro mani dei nostri viaggi (principalmente futuri, ma se ci sarà tempo racconteremo anche qualcosa dei nostri viaggi passati) e di tutto quello che ai nostri viaggi è collegato, per condividere questa nostra passione con parenti e amici sparsi per mezza Europa (e con chiunque sia interessato).
Ma se si deve parlare di viaggi allora come mai intitolare questo blog a due animali?
Partiamo dal bisonte (rigorosamente europeo): animale paziente e pacifico che si muove con lenta maestosità nella puszcza polacca. Per noi rappresenta anche il modo di viaggiare su due ruote (prima o poi passando dalla Vespa a una moto custom/cruiser).
Il furetto invece rappresenta il nostro attuale mezzo di trasporto a 4 ruote: una piccola e agile Yaris che dal settembre 2009 ci permette di girare l’Italia e l’Europa.
Chiaramente parleremo di tutti i nostri viaggi (dall’organizzazione al rientro a casa) indipendentemente dal mezzo utilizzato e dalla distanza percorsa, sperando di offrire e raccogliere spunti e consigli interessanti per tutti.
Buon viaggio!
Postanowiliśmy, że czas zacząć pisany na cztery ręce, wielojęzyczny (na dobry początek po włosku i po polsku, ze wstawkami po hiszpańsku…) dziennik o naszych podróżach (głównie przyszłych, ale jeśli czas na to pozwoli poświęcimy trochę miejsca wspomnieniom) i wszystkim co jest z nimi związane, by podzielić się naszą pasją z rodziną i przyjaciółmi, rozsianymi po połowie Europy (i ze wszystkimi zainteresowanymi).
Skoro mamy opowiadać o podróżach, dlaczego w tytule pojawiły się dwa zwierzaki?
Zacznijmy od żubra (oczywiście europejskiego): zwierzę spokojne i pokojowe, które powoli i majestatycznie przemierza polską puszczę. Żubr wydaje się nam trafną metaforą naszego stylu podróżowania na dwóch kółkach (w bliższej lub dalszej przyszłości miejsce Vespy ma zająć motor typu custom/cruiser).
Natomiast fretka, reprezentuje nasz obecny środek transportu na czterech kołach: małą i zwinną Yaris, która od września 2009 pozwala nam na realizację naszych pomysłów na wyprawy po Włoszech i Europie.
Opiszemy nasze podróże (od organizacji do powrotu do domu) o różnym zasięgu i wykorzystujące różne środki transportu; w nadziei, że uda nam się zebrać tu ciekawe obserwacje czy też wskazówki.
Szerokiej drogi!
Ma se si deve parlare di viaggi allora come mai intitolare questo blog a due animali?
Partiamo dal bisonte (rigorosamente europeo): animale paziente e pacifico che si muove con lenta maestosità nella puszcza polacca. Per noi rappresenta anche il modo di viaggiare su due ruote (prima o poi passando dalla Vespa a una moto custom/cruiser).
Il furetto invece rappresenta il nostro attuale mezzo di trasporto a 4 ruote: una piccola e agile Yaris che dal settembre 2009 ci permette di girare l’Italia e l’Europa.
Chiaramente parleremo di tutti i nostri viaggi (dall’organizzazione al rientro a casa) indipendentemente dal mezzo utilizzato e dalla distanza percorsa, sperando di offrire e raccogliere spunti e consigli interessanti per tutti.
Buon viaggio!
Postanowiliśmy, że czas zacząć pisany na cztery ręce, wielojęzyczny (na dobry początek po włosku i po polsku, ze wstawkami po hiszpańsku…) dziennik o naszych podróżach (głównie przyszłych, ale jeśli czas na to pozwoli poświęcimy trochę miejsca wspomnieniom) i wszystkim co jest z nimi związane, by podzielić się naszą pasją z rodziną i przyjaciółmi, rozsianymi po połowie Europy (i ze wszystkimi zainteresowanymi).
Skoro mamy opowiadać o podróżach, dlaczego w tytule pojawiły się dwa zwierzaki?
Zacznijmy od żubra (oczywiście europejskiego): zwierzę spokojne i pokojowe, które powoli i majestatycznie przemierza polską puszczę. Żubr wydaje się nam trafną metaforą naszego stylu podróżowania na dwóch kółkach (w bliższej lub dalszej przyszłości miejsce Vespy ma zająć motor typu custom/cruiser).
Natomiast fretka, reprezentuje nasz obecny środek transportu na czterech kołach: małą i zwinną Yaris, która od września 2009 pozwala nam na realizację naszych pomysłów na wyprawy po Włoszech i Europie.
Opiszemy nasze podróże (od organizacji do powrotu do domu) o różnym zasięgu i wykorzystujące różne środki transportu; w nadziei, że uda nam się zebrać tu ciekawe obserwacje czy też wskazówki.
Szerokiej drogi!
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