giovedì 12 agosto 2010

Pays de Neuchatel - WMOC 2010 (3)

Il sabato inizia presto, shock dovuto alle condizioni dei bagni (specialmente quelli degli uomini: numericamente insufficienti per le dimensioni del camping e in condizioni non eccellenti anche se non sporchi). Dopo la toletta mattutina partiamo alla volta di La Chaux-de-Fonds, dove si tiene la prima prova del WMOC 2010 (Sprint Qualification).
La strada da Colombier a La Chaux-de-Fonds è una statale, la n. 20, a scorrimento veloce abbastanza anonima da percorrere: unico punto di interesse il borgo di Valangin di cui si scorge in velocità il castello in pietra grigia che sembra uscito da una fiaba (anche in questo caso, dato il poco tempo a nostra disposizione, non possiamo far altro che appuntarci il nome del luogo e riprometterci di tornare a visitarlo).
Arriviamo all’Event Center dove abbiamo appuntamento con i genitori di Małgorzata e incontriamo alcuni amici di famiglia che partecipano alle gare. Partiamo quindi con i nostri corridori per un giro di perlustrazione al fine di individuare alcune lanterne e scovare eventuali differenze nella predisposizione delle mappe svizzere rispetto a quelle polacche. In questo modo iniziamo a visitare la città natale di Le Corbusier, una delle più alte città della Svizzera e, a nostro avviso, una delle meno interessanti da visitare.
A parte l’allegra atmosfera che si respira grazie agli orientisti, la città sembra morta.
Facendo la spesa in un supermercato scopriamo (grazie alla Brioche del 1° agosto) che il giorno seguente sarà la festa nazionale della Svizzera (consultiamo freneticamente la nostra guida, ma non otteniamo ulteriori informazioni: il 1° agosto è festa nazionale…punto e basta, mentre il sito dell’ente del turismo svizzero – www.myswitzerland.com – fornisce maggiori dettagli storici sul perché questa data sia festeggiata con fuochi d’artificio, canti e falò). Ci dirigiamo verso la zona dei musei per visitare il Museo Internazionale di Orologeria (altra attività tipica del cantone: qui infatti hanno sede le principali aziende del settore…ovviamente la marca che notiamo di più, anche se più legata a Ginevra, è la Patek Philippe, società di origini polacche). Con il museo e il gigantesco carillon futuristico alle sue spalle esauriamo sostanzialmente la visita turistica e ci concentriamo sullo svolgimento della gara. Abbiamo giusto il tempo di mangiare un boccone e bere l’ottima bière blanche artigianale del pub La Fontaine (consigliato decisamente più per le birre artigianali non pastorizzate che per il cibo) prima di concludere la serata con la parata delle nazioni (a cui partecipiamo sotto l’egida della Polonia…alla partenza del corteo, dietro il povero bimbo con la scritta ITALIE non c’era nessuno). Festa di apertura dei mondiali e relativi fuochi di artificio ce li siamo goduti cercando inutilmente di uscire dalla città col supporto di Silvia (il navigatore satellitare preso in prestito dalla mamma italiana) messa in crisi dalle deviazioni dovute alla manifestazione sportiva.
In qualche modo riusciamo a uscire da La Chaux-de-Fonds e a raggiungere il campeggio (sempre troppo tardi per portare dentro la macchina). Però a causa dei festeggiamenti, che nel camping si svolgono con musica e balli fino a tarda notte, risulta più difficile addormentarsi.

Ma la domenica, ultimo giorno del viaggio e giornata di festa nazionale, inizia presto...Smontiamo in un attimo la tenda, togliamo velocemente la condensa con della carta assorbente e la ripieghiamo (mentre scriviamo è stesa nel salotto di casa – ne occupa circa un terzo – a prendere un po’ di aria mentre noi speriamo vivamente che non abbia sviluppato muffe…), carichiamo i bagagli sul Furetto e via di nuovo verso l’appartamento dei genitori lungo la statale 10 (che apprezziamo ancora di più senza il viaggio da Milano sulle spalle) per fare colazione tutti insieme con la Brioche del 1° agosto (corredata dell’immancabile bandierina nazionale come decorazione…non crediamo di aver mai visto nazioni con un così alto numero di bandiere nazionali esposte con orgoglio in ogni dove, dagli abiti ai balconi).
Ci dirigiamo quindi a Neuchâtel. Marcello aveva già avuto occasione di visitare questa città circa una ventina di anni fa (viaggio in Loira e Alsazia al seguito della mamma sulla mitica Uno 1.0 Fire rossa che decide di perdere la marmitta durante il viaggio di ritorno proprio da queste parti– ricordi principali: le due scoppole prese dal meccanico e dall’hotel sul lago dove ci siamo dovuti fermare una notte).
Neuchâtel conferma i ricordi: città ricca, cara come il fuoco e splendida. Ogni piazza è caratterizzata da una fontana (e come dice giustamente il padre di Małgorzata: sotto ogni fontana c’è almeno una lanterna). Il centro storico medievale è molto bello, purtroppo abbiamo solo il tempo di fare un veloce giro (schivando i corridori che si fiondano a “punzonare”) mangiare un boccone e tornare allo start vicino il lungo lago, dove ci aspettano i genitori di Małgorzata con i loro amici. Salutiamo e intorno alle 16:30 imbocchiamo l’autostrada diretti in Italia…ma cambiando itinerario.
Decidiamo di passare dal tunnel del Gran San Bernardo nella pia illusione di trovare meno cantieri autostradali. Invece oltre ai lavori il viaggio di ritorno si caratterizza anche per una serie di violenti temporali (scopriamo dalla radio che poco dopo il nostro passaggio l’autostrada che percorriamo è stata chiusa all’altezza di Losanna a causa del nubifragio). Anche in questo caso la tentazione di deviare dall’itinerario per visitare qualcuna delle città che incrociamo è forte: Losanna (dallo svincolo autostradale che dalla 1 immette sulla 9 si può godere di una splendida vista della città e del lago dall’alto) e Martigny (con le sue rovine romane, il museo dei cani San Bernardo e il relativo canile) soprattutto.
Passiamo il confine (non senza farci mancare un bel senso unico alternato dietro un trattore sulla statale che porta al tunnel) e la tentazione si fa ancora più forte quando incrociamo la Sagra del Jambon alla griglia (ma non è sicuramente aria dati i temporali che pare ci seguano da Losanna). Infine cediamo quando incrociamo Etroubles, uno dei due “Borghi più belli d’Italia” (www.borghitalia.it) presenti in Valle d’Aosta (l’altro è Bard che incrociamo più tardi e il cui Forte non passa certo inosservato pur percorrendo l’autostrada oramai nel bel mezzo del temporale). Entriamo in una simpatica trattoria (Le Vieux Bourg) a mangiare un boccone (mocetta con castagne e polenta concia) e mentre paghiamo il conto (per niente salato data anche la quantità di cibo servita e la mezza bottiglia di ottimo Torrette che ci siamo bevuti) il temporale ci raggiunge (ovviamente gli impermeabili sono rigorosamente in macchina).
Il viaggio si conclude col rientro del Furetto in garage intorno alle 23:30.

Sobotni poranek zaczął się wcześnie, wzbogacony szokiem spowodowanym stanem łazienek (głównie męskich, zbyt małe i niezbyt dobrze utrzymane). Po porannych przygodach ruszyliśmy do La Chaux-de-Fonds, gdzie odbywał się pierwszy etap WMOC 2010 (Sprint Qualification).
Z Colombier do La Chaux-de-Fonds, można dotrzeć dość anonimową drogą szybkiego ruchu numer 20. Jedynym miejscem, które wzbudza nasze zainteresowanie jest gród Valangin, z bajkowym zamkiem (w związku z brakiem czasu, również w tym przypadku możemy jedynie odnotować w pamięci, że musimy się tu zatrzymać następnym razem).
W centrum zawodów, czekając na rodziców, spotykaliśmy kilku przyjaciół rodziny, którzy od lat uczestniczą w imprezach w biegu na orientację. Następnie z naszymi biegaczami, ruszyliśmy na krótki rekonesans terenu, z wykorzystaniem mapy treningowej. Poza oswojeniem się z charakterystyką mapy, spacer od punktu do punktu, pozwala na rozpoczęcie zwiedzania miasta rodzinnego architekta Le Corbusier. Jedno z najwyżej położonych miast w Szwajcarii i, naszym zdaniem, jedno z mniej interesujących do zwiedzania.
Poza wesołą atmosferą, którą oddychało się dzięki orientalistom, miasto sprawia dość ponure wrażenie.
Zakupy w supermarkecie (i słodkiej bułce świątecznej – rzekłoby się chętnie, pierwszo sierpniowej), owocują odkryciem, że następnego dnia w Szwajcarii świętuje się… nic innego jak, święto narodowe. Spragnieni wiedzy przeglądamy nasz przewodnik poszukując szczegółów. Bezskutecznie: 1. sierpnia – święto narodowe…  koniec i kropka. Dopiero po powrocie, dzięki szwajcarskiemu instytutowi turystyki – www.myswitzerland.com – poznajemy bliżej historię i tradycje związane z tym świętem (sztuczne ognie, śpiewy i ogniska).
Następny i zarazem ostatni punkt zwiedzania to, Międzynarodowe Muzeum Zegarmistrzostwa (okolica ma bogate tradycje w tej dziedzine, naszą uwagę przykuwają wyroby związanej raczej z Genewą, firmy o polskich korzeniach - Patek Philippe). Zostawiwszy za plecami dzielnicę muzeów z imponującym, futurystycznym carillon, skoncentrowaliśmy się na rywalizacji sportowej… Czas między zakończeniem zawodów a przewidzianą na wieczór uroczystą paradą, spędziliśmy w miłym towarzystwie niepasteryzowanego piwa pszenicznego w pubie La Fontaine (który polecamy raczej ze względu na piwo, niż na serwowane dania). Po paradzie, (w której Marcello wystąpił pod flagą Polski, jeśli chodzi o reprezentację Włoch, to podejrzewamy, że w najlepszym razie dołączyli do parady z niejakim opóźnieniem, gdyż w porze przewidzianej na rozpoczęcie pochodu, dziewczynka z tabliczką ITALIE stała zupełnie sama... ) przez prawie godzinę, bezskutecznie próbowaliśmy wydostać się z miasta, co okazało się niezwykle trudne ze względu na ilość ulic zamkniętych z powodu uroczystości i pokazu sztucznych ogni.
Na campingu huczna zabawa trwała do późna, ale dla nas (i najpewniej również dla naszych sąsiadów) niedziela zaczęła się porannym składaniem namiotu, połączonym z bezskuteczną próbą suszenia (namiot przez kilka dni suszył się z naszym mieszkaniu, zajmując prawie połowę salonu…), oraz pakowaniem bagaży do samochodu. Następnie ruszyliśmy do miejsca zakwaterowania rodziców, na wspólne śniadanie z pierwszo-sierpniową bułką w roli głównej (do której została dołączona miniaturowa flaga Szwajcarii na wykałaczce... ilość flag narodowych, tak dumnie eksponowanych w najróżniejszych kontekstach od ubrań, przez stodoły do balkonów, zrobiła na nas duże wrażenie).
Po śniadaniu, skierowaliśmy się do Neuchatel. Marcello mniej więcej 20 lat temu, przy okazji nieprzewidzianej przerwy w podróży, spowodowanej dezintegracją tłumika Fiata Uno 1.0 Fire. Z tej przygody niezbyt mile wspomina zarówno koszt interwencji mechanika jak i hotelu, w którym musieli się zatrzymać.
Neuchâtel: miasto bogate, drogie i olśniewające. Na każdym placu fontanna, a przy każdej fontannie (zgodnie z przewidywaniami taty) – punkt. Przespacerowaliśmy się po pięknej średniowiecznej starówce, próbując unikać zderzeń z biegaczami (którzy stają się naprawdę niebezpieczni gdy znajdują się w pobliżu poszukiwanego punktu). Udało nam się również coś zjeść i podopingować biegaczy (bezpośrednio znad naleśnika). Pożegnaliśmy się z rodzicami i znajomymi, nad jeziorem w okolicy malowniczo położonego startu, i ruszyliśmy w drogę powrotną około 16.30.
Kierowani próżną nadzieją uniknięcia kilometrów robót drogowych, wybraliśmy powrót przez tunel Gran San Bernardo… Drogę powrotną zapamiętaliśmy, właśnie głównie dzięki zwężeniom drogi związanym z robotami oraz kilku nawałnicom (z radia dowiedzieliśmy się, że została zamknięta autostrada w okolicach Lozanny, tuż po tym jak tamtędy przejechaliśmy). Widoki z autostrady w okolicach Lozanny były niesamowite, z trudem oparliśmy się pokusie zatrzymania się w celu zwiedzenia miasta. Jeszcze trudniej było nam przejechać tuż obok Martigny, nie zwiedzając ruin klasztoru, muzeum i hodowli psów bernardynów.
Po przekroczeniu granicy i wyprzedzeniu traktora, którego tył podziwialiśmy przez dość długi fragment drogi zwężonej z powodu robót (sic!), postanowiliśmy zatrzymać się w bajecznym, grodzie Etroubles (jednej z najpiękniejszych osad Włoch www.borghitalia.it), gdzie udaje nam się napełnić brzuszki w ‘trattorii’ Le Vieux Bourg. Dokładnie w momencie płacenia rachunku, uświadamiamy sobie, że tym razem nie uda nam się uniknąć zmoknięcia. Kurtki zostały w samochodzie a jedna z burz, które prześladowały nas przez całą drogę właśnie dotarła do Etroubles.
Zakończenie podróży: około godziny 23:30.

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