giovedì 14 luglio 2011

Alma Erasma

Il marzo 2011 rimarrà nella nostra memoria per una serie di avvenimenti (purtroppo non tutti piacevoli) e per la quantità di kilometri percorsi sia per motivi di lavoro che per motivi personali.
Questo post è dedicato a Max (glielo devo da mesi, ma nel frattempo tra lavoro e nuova casa non mi è stato possibile scriverlo prima), a tutti i nostri compagni di Erasmus e in generale a chiunque sia disposto a percorrere 300 o più kilometri per festeggiare un amico.
Non mi dilungo oltre in chiacchiere e lascio parlare le foto che trovate nell’album Picasa…sono volutamente non selezionate (trovate anche quelle mosse o particolari). Un abbraccio a tutti!

lunedì 21 marzo 2011

Estate 2010: Bas Languedoc – Cataluña – Andorra

Lunedì 16 agosto 2010. Smontiamo la tenda (oggettivamente la parte più dura di tutto il „processo campeggio”) e, dopo aver bissato la splendida colazione con baguette, ci mettiamo in marcia alla volta di Matarò. Entriamo in autostrada e il Furetto sembra riaccusare un problema di convergenza allo sterzo (stranissimo avendo cambiato e ricontrollato tutti i pneumatici due settimane prima della partenza e non avendo preso colpi): sbanda vistosamente verso destra! Per fortuna, alla prima banderuola, ci rendiamo conto che non è la convergenza è solo un malefico e potente vento che dalla costa soffia verso l’interno accompagnandoci praticamente fino al confine.
Finalmente entriamo in Spagna: il vento si calma e i prezzi della benzina scendono vertiginosamente. Ci fermiamo e nonostante non sia strettamente necessario (siamo ancora a metà serbatoio) facciamo un pieno. Approfittiamo anche del piccolo ufficio turistico presente nell’area di servizio per chiedere qualche informazione in più sulla nostra destinazione, Mataró, e ci rispondono che al massimo possono darci materiale su Barcelona e Figueres. Assolutamente da evitare il ristorante self-service.
Raggiungiamo Mataró e iniziamo a cercare il km 650 della carretera N2 (dove si trova il Camping Barcelona, che ci ospiterà per una settimana). Al terzo giro della città finalmente ci rendiamo conto che non era così difficile da raggiungere! Entriamo e ci viene indicata la nostra ampia piazzola (terreno molto duro, spazio sufficiente per la mega-tenda e il Furetto, anche se poi per ulteriore comodità parcheggiamo di fronte alla piazzola). Puliti e numerosi i servizi (questa volta divisi per uomini e donne). Tra le piacevoli sorprese troviamo un market ben fornito (pane e prodotti da forno arrivano quotidianamente dalla migliore panetteria di Mataró, che scopriremo riconoscibile dall’immancabile fila che arriva in strada), una splendida piscina (poco sfruttabile per chi come noi ha pianificato di visitare Barcelona durante il soggiorno) e diversi servizi navetta: gratuiti per l’ampia spiaggia di Mataró e per la stazione dei treni, mentre allo stesso prezzo del treno (3€ a persona, da prenotare il giorno prima), c’è un comodissimo autobus che una olta al giorno collega direttamente con Plaza Cataluña a Barcelona.
Il primo pomeriggio lo dedichiamo alla visita di Mataró con una guida d’eccezione: la nostra cara amica Josefina! Inoltre, scopriamo che vive esattamente di fronte alla fermata della navetta per/da il camping!
Mataró è una piacevole cittadina, molto animata. Il centro storico, con le sue viette piene di negozi, brulica letteralmente di gente, peccato che a tratti abbia un che di decadente.
Da martedì a venerdì esploriamo Barcelona. Da bravi turisti iniziamo dalle Ramblas e qui cominciamo ad imparare le basi di catalano... „vigila!” („sta’ attento!”) continueranno a ripeterci tutti gli amici che incontriamo riferendosi ai nostri fedeli zaini. Torniamo più volte da queste parti nei giorni seguenti per raggiungere La Boqueria dove fare ottime merende a base di frutta e frullati (anche se in alcuni casi un po’ annacquati...). Seguiamo l’itinerario a piedi consigliato dalla nostra guida Lonely Planet: passiamo la mattinata girovagando per il centro storico e la zona della Cattedrale. Con Josefina scopriamo diversi angoli della città: Barceloneta, lo zoo (dove ci perdiamo a causa dei lavori in corso nei viali...), Gracias (dove abbiamo avuto la fortuna di partecipare alla festa del quartiere con tutte le vie addobbate) e il centro storico dove oltre al Museo Picasso (che abbiamo trovato interessante, ma non ci ha entusiasmato) abbiamo avuto la brillante idea di visitare il Museo d’Arte Precolombiana che si trova giusto di fronte (piccolo ma ben organizzato e molto interessante).
Dal punto di vista enogastronomico Barcelona non poteva deluderci: abbiamo deciso di provare tutto ciò che di più tipico possa offrire la Spagna. Passiamo quindi dal Bar Celta, una pulperia gallega (ottimo il pulpo da innaffiare con un Ribeiro freddissimo gustato rigorosamente da scodella), all’ottima paella del Restaurant Elche (giustamente segnalata anche dalla nostra guida), senza dimenticare l’ottimo gazpacho del xiringuito Lasal Varador a Mataró.
Sabato dedichiamo la giornata al riposo passando la giornata sulla spiaggia di Mataró, preparandoci al viaggio della domenica verso la fantomatica Andorra La Vella!

sabato 25 settembre 2010

Estate 2010: Bas Languedoc – Cataluña – Andorra

Domenica 15 agosto 2010. Ferragosto! Programma della giornata: relax totale tra spiaggia e piscina...ideale vero? Peccato che al risveglio ci troviamo sotto un allegro temporale estivo (niente di esageratamente violento, ma fastidioso). Durante una colazione a base di succo di frutta e un’ottima baguette calda con burro (da non perdere!) decidiamo, scrutando il cielo, di spostarci verso est dove sembra che il sole splenda in barba alla pioggia sul campeggio. Decidiamo quindi di dirigerci verso Aigues-Mortes. Attraversiamo una serie di cittadine incastonate tra gli stagni abitati da fenicotteri rosa (che dopo vari tentativi riusciamo a immortalare) attrazione della zona, insieme a tori e cavalli. Giunti alla città ci accolgono un gran traffico e le imponenti mura della città. Con qualche difficoltà riusciamo a trovare un comodo parcheggio (neanche eccessivamente caro) proprio di fronte a una delle porte della città vecchia. All’interno delle mura è racchiusa una città che sembra rimasta nel medioevo. L’impressione, muovendo i primi passi nell’intrico di viette è che da dietro l’angolo appaia un cavaliere o un trovatore che allieti qualche dama, ma quello che ci aspetta è un vero inferno turistico! Un mare di turisti da tutto il mondo, negozi con ogni tipo di souvenir (tra i quali spiccano i salami di toro, il sale, le famose erbe provenzali e ogni sorta di oggettistica in ceramica correlata alla regione) e ristoranti. Al di fuori dell’alta stagione questa città deve essere incantevole! Ancora una volta ci affidiamo pieni di fiducia alla nostra fida guida turistica per la scelta del ristorante. Optiamo per L’Escale, situato appena fuori dalle mura (nei pressi dell’ingresso più vicino alla Torre di Costanza) quello che ci convince sono i prezzi: il menu di cozze a 11,00 euro comprende una ciotola piena di cozze alla marinara (stufate con cipolla tagliata grossa, vino bianco e, nell’originale versione di questo ristorante, un’abbondante manciata di erbe provenzali), le immancabili “frites” per accompagnare le cozze, un’insalata verde già condita con una salsa a base di senape e il dolce (in questo caso la scelta è stato un altro classico francese: una île flottante). Dopo il lauto pasto, dato il migliorare del tempo, decidiamo di passare il pomeriggio nella piscina del campeggio, come da programma originale. A oltre un mese di distanza ancora soffriamo quando il pensiero corre alla pizza che abbiamo mangiato la sera (avendo perso l’opportunità di prenotare per la serata “cozze a volontà”), per cui stendiamo un pietoso velo.

giovedì 2 settembre 2010

Estate 2010: Bas Languedoc – Cataluña – Andorra

Sabato 14 agosto 2010, alla fine giunge il momento della partenza: la prima tappa del viaggio è un bel camping che abbiamo trovato cercando su internet qualche settimana prima di partire (Le Tamaris a Frontignan). Primo cambio al programma: decidiamo di non partire all’alba (il tragitto da percorrere non è molto lungo – circa 6 ore e mezza di auto). Partiamo alle 07:15 del mattino pronti ad arrivare entro le 14:00…arriveremo al camping intorno alle 18:00, appena in tempo per occupare l’ultima piazzola libera (arrivando circa 10 minuti prima di una simpatica famigliola tedesca).
Ancora una volta abbiamo caricato il Furetto come un mulo (tavolino da pic-nic, tenda, materassi gonfiabili, barbecue, compressore e zaino con vestiti).
La parte italiana del viaggio è stata caratterizzata da violenti temporali (nei pressi di Ovada più un diluvio che un temporale), ma nonostante ciò la tabella di marcia non è ancora stravolta (arriviamo al primo squarcio di sole appena dopo Nizza e Silvia – il navigatore preso nuovamente in prestito da mamma Fernanda – ci comunica solo una mezz’ora di ritardo). Con i primi caselli francesi iniziano i veri problemi (le corsie per i caselli vengono segnalate solo negli ultimi metri e i francesi hanno la brutta abitudine di cambiare all’improvviso corsia lanciandosi addosso ai Furetti ignari). A botte di “bouchon”, culminando coi 15 km di coda nei pressi di Marsiglia, riusciamo ad accumulare ben 5 ore di ritardo.
Arrivati al camping non ci facciamo scoraggiare dal cartello COMPLETO e chiediamo se per puro caso c’è la possibilità di mettere una tenda in qualsiasi posto…per fortuna alla simpatica signora del campeggio viene in mente di far spostare l’auto del vicino allevatore di pony/noleggiatore di quad in modo da permetterci di montare la tenda tra il Furetto e una ruspa utilizzata per la manutenzione del camping.
A cena ci fermiamo al ristorante del camping (con forno a legna e pizzaiolo italiano…peccato che la pizza – provata la domenica sera – si rivelerà comunque fin troppo francese) proviamo un’ottima bottiglia di rosato locale con cui bagniamo una mediocre razione di calamari in pastella e delle ottime cozze alla marinara con patatine fritte (le classiche “moules et frites”). Cozze freschissime (negli stagni e nelle lagune dei dintorni vengono allevate cozze e altri frutti di mare: l’allevamento più vicino è a meno di un kilometro). Soddisfatti e stanchi dal viaggio andiamo a dormire pregustandoci la giornata di mare programmata per domenica (e sperando che il forte vento spazzi le nuvole che sopraggiungono dall’entroterra).

venerdì 13 agosto 2010

Bas Languedoc – Cataluña – Andorra: preparativi

Domani (all’alba) ci dirigeremo verso due settimane di vacanze e relax. Come per ogni viaggio l’organizzazione è stata particolarmente laboriosa, l’unico punto fermo è stato: andiamo in campeggio! Sì, ma dove? In caso di dubbio per Marcello non c’è che una destinazione: Spagna (preferibilmente Andalucia, poi se si riesce a restare in Provincia di Granada, anzi meglio ancora a Granada Capital, in effetti c’è un hostal cerca de San Juan de Dios… scusate la digressione).
In fondo Małgorzata della Spagna ha visto solo Granada (chissà come mai…), Perciò si è deciso per una destinazione differente: Barcelona! Città stupenda, ma già visitata da Marcello. Per cui abbiamo introdotto due varianti: una prima tappa a metà strada (giusto per non viaggiare il giorno di Ferragosto ci fermeremo due notti in Francia da qualche parte nei dintorni di Montpellier, a seconda di dove troveremo posto) e una scappata ad Andorra La Vella, capitale del Principato di Andorra (magari tappa più sostanziosa – 3 o 4 notti – del viaggio di ritorno).
Vi chiederete come mai abbiamo scelto di visitare Andorra, semplice: perché non conosciamo nessuno che ci sia stato.
Affronteremo col fido Furetto anche questi 2.200 km circa, più varie escursioni e gite che faremo.
Per il momento non siamo ancora in grado di postare direttamente durante il viaggio, per cui ci siamo premuniti di un sano e vecchio blocco per gli appunti, su cui segneremo in modo più tradizionale gli avvenimenti principali da raccontarvi.
E ora ci dedichiamo agli ultimissimi preparativi, in particolare alla preparazione dei dischi di musica per il viaggio.

giovedì 12 agosto 2010

Pays de Neuchatel - WMOC 2010 (3)

Il sabato inizia presto, shock dovuto alle condizioni dei bagni (specialmente quelli degli uomini: numericamente insufficienti per le dimensioni del camping e in condizioni non eccellenti anche se non sporchi). Dopo la toletta mattutina partiamo alla volta di La Chaux-de-Fonds, dove si tiene la prima prova del WMOC 2010 (Sprint Qualification).
La strada da Colombier a La Chaux-de-Fonds è una statale, la n. 20, a scorrimento veloce abbastanza anonima da percorrere: unico punto di interesse il borgo di Valangin di cui si scorge in velocità il castello in pietra grigia che sembra uscito da una fiaba (anche in questo caso, dato il poco tempo a nostra disposizione, non possiamo far altro che appuntarci il nome del luogo e riprometterci di tornare a visitarlo).
Arriviamo all’Event Center dove abbiamo appuntamento con i genitori di Małgorzata e incontriamo alcuni amici di famiglia che partecipano alle gare. Partiamo quindi con i nostri corridori per un giro di perlustrazione al fine di individuare alcune lanterne e scovare eventuali differenze nella predisposizione delle mappe svizzere rispetto a quelle polacche. In questo modo iniziamo a visitare la città natale di Le Corbusier, una delle più alte città della Svizzera e, a nostro avviso, una delle meno interessanti da visitare.
A parte l’allegra atmosfera che si respira grazie agli orientisti, la città sembra morta.
Facendo la spesa in un supermercato scopriamo (grazie alla Brioche del 1° agosto) che il giorno seguente sarà la festa nazionale della Svizzera (consultiamo freneticamente la nostra guida, ma non otteniamo ulteriori informazioni: il 1° agosto è festa nazionale…punto e basta, mentre il sito dell’ente del turismo svizzero – www.myswitzerland.com – fornisce maggiori dettagli storici sul perché questa data sia festeggiata con fuochi d’artificio, canti e falò). Ci dirigiamo verso la zona dei musei per visitare il Museo Internazionale di Orologeria (altra attività tipica del cantone: qui infatti hanno sede le principali aziende del settore…ovviamente la marca che notiamo di più, anche se più legata a Ginevra, è la Patek Philippe, società di origini polacche). Con il museo e il gigantesco carillon futuristico alle sue spalle esauriamo sostanzialmente la visita turistica e ci concentriamo sullo svolgimento della gara. Abbiamo giusto il tempo di mangiare un boccone e bere l’ottima bière blanche artigianale del pub La Fontaine (consigliato decisamente più per le birre artigianali non pastorizzate che per il cibo) prima di concludere la serata con la parata delle nazioni (a cui partecipiamo sotto l’egida della Polonia…alla partenza del corteo, dietro il povero bimbo con la scritta ITALIE non c’era nessuno). Festa di apertura dei mondiali e relativi fuochi di artificio ce li siamo goduti cercando inutilmente di uscire dalla città col supporto di Silvia (il navigatore satellitare preso in prestito dalla mamma italiana) messa in crisi dalle deviazioni dovute alla manifestazione sportiva.
In qualche modo riusciamo a uscire da La Chaux-de-Fonds e a raggiungere il campeggio (sempre troppo tardi per portare dentro la macchina). Però a causa dei festeggiamenti, che nel camping si svolgono con musica e balli fino a tarda notte, risulta più difficile addormentarsi.

Ma la domenica, ultimo giorno del viaggio e giornata di festa nazionale, inizia presto...Smontiamo in un attimo la tenda, togliamo velocemente la condensa con della carta assorbente e la ripieghiamo (mentre scriviamo è stesa nel salotto di casa – ne occupa circa un terzo – a prendere un po’ di aria mentre noi speriamo vivamente che non abbia sviluppato muffe…), carichiamo i bagagli sul Furetto e via di nuovo verso l’appartamento dei genitori lungo la statale 10 (che apprezziamo ancora di più senza il viaggio da Milano sulle spalle) per fare colazione tutti insieme con la Brioche del 1° agosto (corredata dell’immancabile bandierina nazionale come decorazione…non crediamo di aver mai visto nazioni con un così alto numero di bandiere nazionali esposte con orgoglio in ogni dove, dagli abiti ai balconi).
Ci dirigiamo quindi a Neuchâtel. Marcello aveva già avuto occasione di visitare questa città circa una ventina di anni fa (viaggio in Loira e Alsazia al seguito della mamma sulla mitica Uno 1.0 Fire rossa che decide di perdere la marmitta durante il viaggio di ritorno proprio da queste parti– ricordi principali: le due scoppole prese dal meccanico e dall’hotel sul lago dove ci siamo dovuti fermare una notte).
Neuchâtel conferma i ricordi: città ricca, cara come il fuoco e splendida. Ogni piazza è caratterizzata da una fontana (e come dice giustamente il padre di Małgorzata: sotto ogni fontana c’è almeno una lanterna). Il centro storico medievale è molto bello, purtroppo abbiamo solo il tempo di fare un veloce giro (schivando i corridori che si fiondano a “punzonare”) mangiare un boccone e tornare allo start vicino il lungo lago, dove ci aspettano i genitori di Małgorzata con i loro amici. Salutiamo e intorno alle 16:30 imbocchiamo l’autostrada diretti in Italia…ma cambiando itinerario.
Decidiamo di passare dal tunnel del Gran San Bernardo nella pia illusione di trovare meno cantieri autostradali. Invece oltre ai lavori il viaggio di ritorno si caratterizza anche per una serie di violenti temporali (scopriamo dalla radio che poco dopo il nostro passaggio l’autostrada che percorriamo è stata chiusa all’altezza di Losanna a causa del nubifragio). Anche in questo caso la tentazione di deviare dall’itinerario per visitare qualcuna delle città che incrociamo è forte: Losanna (dallo svincolo autostradale che dalla 1 immette sulla 9 si può godere di una splendida vista della città e del lago dall’alto) e Martigny (con le sue rovine romane, il museo dei cani San Bernardo e il relativo canile) soprattutto.
Passiamo il confine (non senza farci mancare un bel senso unico alternato dietro un trattore sulla statale che porta al tunnel) e la tentazione si fa ancora più forte quando incrociamo la Sagra del Jambon alla griglia (ma non è sicuramente aria dati i temporali che pare ci seguano da Losanna). Infine cediamo quando incrociamo Etroubles, uno dei due “Borghi più belli d’Italia” (www.borghitalia.it) presenti in Valle d’Aosta (l’altro è Bard che incrociamo più tardi e il cui Forte non passa certo inosservato pur percorrendo l’autostrada oramai nel bel mezzo del temporale). Entriamo in una simpatica trattoria (Le Vieux Bourg) a mangiare un boccone (mocetta con castagne e polenta concia) e mentre paghiamo il conto (per niente salato data anche la quantità di cibo servita e la mezza bottiglia di ottimo Torrette che ci siamo bevuti) il temporale ci raggiunge (ovviamente gli impermeabili sono rigorosamente in macchina).
Il viaggio si conclude col rientro del Furetto in garage intorno alle 23:30.

lunedì 9 agosto 2010

Pays de Neuchatel - WMOC 2010 (2)

Operiamo una piccola magia e trasformiamo il Furetto in un mulo che egregiamente, nonostante il carico (solo la tenda pesa intorno ai 14 kg), affronta la Milano – Como, arriva al tunnel del San Gottardo (3 km di coda…non possiamo lamentarci) e ci porta a Colombier senza perdere un colpo.
389 km di autostrade, per la maggior parte con lavori in corso (chi ha detto agli Svizzeri che ridurre drasticamente la carreggiata di una sola corsia è una buona idea in presenza di cantieri autostradali?), percorsi in circa 6 ore e mezza.
Troviamo senza difficoltà il campeggio prescelto (Camping Paradis Plage) e ci rendiamo conto della posizione strategica in cui si trova: praticamente a lato dello snodo viario che porta a tutte le città e i paesini che visiteremo. Veniamo accolti da una simpatica signora che ci annuncia (in italiano) che per le due notti che ci interessano hanno a disposizione solo una piazzola, ce la mostra e decidiamo senza indugio che è perfetta per la nostra tenda: ampia, racchiusa tra due alberi e coperta di erba e sassi. Paghiamo e chiediamo se è possibile lasciare la macchina affianco alla tenda, la risposta è laconica “sì, se ci stà”.
Iniziamo a montare la tenda e ci rendiamo conto del nostro errore di valutazione: nello spazio a nostra disposizione avevamo incluso anche la piazzola adiacente (grande quasi il doppio della nostra). Con un po’ di fatica facciamo stare la tenda all’interno dei confini della piazzola e degli alberelli presenti (date le previsioni di possibili temporali nel week end alcuni tiranti li picchettiamo sfacciatamente “oltre confine”).
Appena terminata l’installazione della nostra tensostruttura, arrivano gli assegnatari delle piazzole adiacenti: due Punto con targa italiana (o finisce tutto a tarallucci e vino o ci aspetta una scornata epica!). Scopriamo poi che l’equipaggio delle Punto (circa 7-8 persone) sono concorrenti Finlandesi del WMOC 2010 che hanno affrontato, come molti altri, il viaggio fino in Italia con voli low cost e da lì si sono spostati in Svizzera affittando le auto. Il senso civico, il fair play e la riservatezza tipica dei finlandesi ci hanno permesso di non dover rimontare la tenda in un altro verso! Partiamo sereni alla volta dell’appartamento affittato dai genitori di Małgorzata e dai loro amici.
Stupendo!
La Val-de-Travers è incantevole: una strada ampia e ben tenuta (sarebbe l’ideale da percorrere in moto) lungo cui si alternano paesini e boschi…ogni curva e ogni minimo spazio leggermente più aperto regalano a chi passa lungo questa strada (la statale n. 10) un susseguirsi di paesaggi mozzafiato e gruppi di mucche col classico campanaccio. Appena superato lo svincolo per Noiraigue sbuca da dietro alcuni alberi il Creux de Van (vorremmo affrontare la camminata che porta fin là dal paese, abbiamo anche portato con noi le scarpe da trekking, ma il tempo è tiranno e preferiamo rimandare a un’altra volta). Altre caratteristiche importanti della valle dal punto di vista turistico sono: l’asfalto (qui è possibile visitare le miniere di asfalto e gustare il maiale arrostito nell’asfalto) e l’assenzio che fu distillato per la prima volta proprio da queste parti.